La gestione delle reti impiantistiche
Gli errori più comuni, nella gestione delle reti impiantistiche
Le reti impiantistiche sempre più complesse, presenti nelle nostre case, trovano nei sistemi a secco, la loro collocazione ideale, grazie all'intercapedine che si viene a formare, ad esempio nel caso di una parete. Siamo però sicuri che sia possibile operare qualsiasi azione sulle strutture metalliche senza rischiare di arrecare danni?
Purtroppo molto spesso, le orditure metalliche vengono barbaramente prese di mira da impiantisti poco esperti o comunque poco rispettosi, al punto da arrecare danni irreversibili alla stabilità delle pareti. La foto seguente, è immagine eloquente di come il sistema parete in questo caso, sia stato danneggiato seriamente. All'interno del cerchio rosso, sono ben visibili le asole maldestramente eseguite dall'impiantista di turno, l'anima del montante è stata completamente asportata, di fatto, questa parete, senza un'intervento di ripristino da parte del cartongessista, risulta essere compromessa ai fini statici.

Quindi come fare per integrare gli impianti senza fare danni?
è sempre buona norma che l'impiantista prenda accordi con il cartongessista al fine di eseguire azioni mirate volte a limitare al massimo i danni sulle strutture. Il cartongessista formato, sa esattamente come e quanti fori praticare sui montanti, sa realizzare staffe a ponte, sa predisporre eventuali irrigidimenti, conosce il diametro massimo di foratura, in base la sezione del montante in opera. L'impiantista dovrebbe astenersi dal forare le orditure liberamente, spesso arreca solo danni, come in questo caso. Noi di
Nuova Rinnova
siamo soliti raccomandarci con il progettista o il committente, di
essere avvisati su quando dovranno esser stese le reti impiantistiche, affinché si possa intervenire da parte nostra a supporto. Questo è un nostro servizio
gratuito, non ci stancheremo mai di ripeterlo.
Tuttavia è giusto non fare di tutta erba un fascio, molti sono gli impiantisti rispettosi che comunque anche in autonomia, riescono a fare un buon lavoro. Va inoltre spezzata anche una lancia a loro favore, non di rado i progettisti, non prevedono gli spazi adeguati, non progettano quindi le corrette intercapedini con la pretesa di "infilare" tutto all'interno. Facendo un'esempio, una parete in cartongesso da 10 cm, offre una intercapedine da 7,5 cm. Con molta probabilità, sarà presente anche della coibentazione, mettiamo siano 4 cm, lo spazio che rimane per l'eventuale tubo da inserire si è ridotto quindi a soli, 3,5 cm di spessore.
Osservando sempre la foto sopra, è stato inserito un tubo della ventilazione meccanica che già da solo occupa tutti i 7,5 cm a disposizione. La coibentazione interna in una parete divisoria, viene inserita per ragioni acustiche (proprietà massa-molla-massa ma di questo ne parleremo su un'altro articolo) va da se che questo tubo, costituisce un'enorme ponte acustico nella parete, di fatto annullando completamente la proprietà fonoisolante della stessa. Questa parete, se doveva ospitare il tubo in oggetto, doveva esser progettata più spessa.
Progettare pareti sufficientemente capienti è quindi fondamentale per la buona riuscita del lavoro, siamo sempre disponibili anche supporto dei progettisti, al fine di consigliare la miglior tipologia costruttiva possibile, in base la prestazione richiesta.
Scrivici a tecnico@nuovarinnova.it







