Perchè il cartongesso deve essere smaltito in discarica?
Ho demolito la mia parete in cartongesso… e adesso con le macerie come si fa?
Sempre più spesso, durante i lavori di ristrutturazione, ci si trova di fronte a elementi costruttivi realizzati in
cartongesso: pareti divisorie, contropareti, controsoffitti o rivestimenti. Lo
smontaggio di queste strutture è generalmente semplice e veloce, ma il vero problema arriva dopo:
lo smaltimento dei materiali.
Molti privati si trovano spiazzati, perché i centri di raccolta comunali o i gestori ambientali non accettano il cartongesso tra i rifiuti misti o inerti tradizionali. Il motivo è tecnico e normativo: il cartongesso è classificato come rifiuto speciale non pericoloso e richiede un percorso di smaltimento dedicato e tracciabile.
La soluzione più corretta
La via migliore è sempre quella di affidare la demolizione e lo smaltimento a un professionista abilitato, iscritto all’Albo Gestori Ambientali. Un operatore qualificato non solo si occupa della rimozione fisica del manufatto, ma anche della separazione dei materiali e della gestione documentale prevista dalla normativa.
Dopo lo smantellamento, infatti, le lastre in gesso rivestito vanno separate dalle strutture metalliche (profili in acciaio zincato), dagli eventuali isolanti e da altri materiali accessori. Ogni tipologia di rifiuto viene poi conferita al proprio centro di trattamento autorizzato, con regolare formulario (F.I.R.) e tracciabilità completa fino alla destinazione finale.
Perché il cartongesso non è pericoloso… ma nemmeno “banale”
Il cartongesso non è un materiale pericoloso: il suo cuore è gesso, cioè solfato di calcio biidrato (CaSO₄·2H₂O), una sostanza naturale e riciclabile. Tuttavia, in discariche non idonee o miscelato con altri rifiuti organici, può sviluppare reazioni anaerobiche che producono acido solfidrico (H₂S) — un gas tossico, maleodorante e corrosivo.
Questo gas, oltre a essere pericoloso per la salute in concentrazioni elevate, può contaminare acque superficiali e sotterranee e contribuire alla formazione delle piogge acide. Per questo, il Decreto Legislativo 152/2006 (Testo Unico Ambientale) e successive modifiche ne impongono la gestione separata e tracciata.
Il codice europeo del rifiuto (CER) più comunemente utilizzato per il cartongesso è 17 08 02 — materiali da costruzione a base di gesso diversi da quelli di cui alla voce 17 08 01, cioè non contaminati da sostanze pericolose.
Il recupero del gesso
Il recupero del cartongesso è un processo sempre più diffuso, favorito anche dalle politiche europee sull’economia circolare (Direttiva 2008/98/CE). L’operazione consiste nella separazione meccanica del gesso dal rivestimento in carta e da altre impurità.
I materiali più idonei al recupero sono quelli provenienti da cantieri di nuova costruzione o scarti di produzione industriale, che presentano livelli minimi di contaminazione. Al contrario, i rifiuti derivanti da demolizioni e ristrutturazioni sono spesso contaminati da vernici, collanti, piastrelle o residui di malta: in questi casi il processo di recupero diventa più complesso e costoso, talvolta non conveniente economicamente.
Una volta rigenerato, il gesso recuperato può essere reimpiegato in vari settori:
- produzione di nuove lastre in cartongesso,
- additivo per cementi e malte,
- ammendante agricolo, grazie all’apporto di calcio e zolfo utili al suolo,
- assorbente industriale per oli e grassi,
- stabilizzante per sottofondi stradali.
Per i riutilizzi agricoli o edilizi, sono richiesti elevati standard di purezza e un controllo rigoroso delle sostanze estranee.
Demolire in sicurezza, rispettando l’ambiente
Affidarsi a un’impresa specializzata consente non solo di rispettare la legge, ma anche di ridurre l’impatto ambientale e i rischi di contaminazione. Durante la demolizione, un tecnico esperto applica metodi di smontaggio a basso impatto: tagli controllati, aspirazione delle polveri, raccolta differenziata dei materiali e successivo carico in sicurezza per il trasporto in discarica.
In caso di dubbio sulla composizione dei materiali, è possibile eseguire un’analisi chimico-fisica del rifiuto, che certifica eventuali contaminanti e indirizza il materiale al corretto trattamento.
In sintesi
Il cartongesso non è un rifiuto pericoloso, ma non può essere trattato come un rifiuto comune. Richiede competenza, tracciabilità e impianti dedicati. Smaltirlo nel modo corretto significa non solo rispettare la normativa, ma anche proteggere l’ambiente e valorizzare il lavoro di chi costruisce e ristruttura con serietà.
Presso Nuova Rinnova, ci occupiamo non solo di progettazione e installazione di sistemi a secco, ma anche della loro demolizione e gestione ambientale, seguendo procedure certificate e in conformità con le disposizioni del D.Lgs. 152/2006 e della normativa europea in materia di rifiuti speciali.

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